Il Bitcoin crolla e le azioni salgono mentre la Cina accusa gli Stati Uniti di “incomprensione e panico”.

Il prezzo della principale criptovaluta è sceso sotto i 108.000 dollari giovedì pomeriggio, con l’escalation delle tensioni tra le due maggiori economie del mondo.

Il Bitcoin crolla, le azioni precipitano, la Cina punta il dito contro gli Stati Uniti.

Un giorno dopo che il Segretario del Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent ha avvertito che l’estensione dei controlli sulle esportazioni di terre rare da parte di Pechino è “una questione tra la Cina e il mondo”, il portavoce del Ministero del Commercio cinese He Yongqian ha risposto, accusando gli Stati Uniti di “creare incomprensioni inutili e seminare il panico”. Il Bitcoin è sceso sotto i 108.000 dollari e le azioni sono crollate dopo l’escalation di commenti.

La Cina controlla già circa il 90% della produzione mondiale di terre rare, ma la scorsa settimana ha ulteriormente inasprito le restrizioni alle esportazioni. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha reagito con rabbia, minacciando tariffe di ritorsione del 100% sulle importazioni cinesi. In risposta, Pechino ha annunciato sanzioni contro cinque filiali statunitensi di Hanwha Ocean, un costruttore navale sudcoreano legato al governo degli Stati Uniti.

Ma gli americani stanno facendo i loro stessi scherzi? La Cina pensa di sì. Washington ha recentemente invocato la Sezione 301 della Legge sul Commercio degli Stati Uniti, che consente al Governo di rivalersi contro le pratiche commerciali sleali. Gli Stati Uniti hanno triplicato le tasse di servizio sulle navi oceaniche cinesi, portandole da 14 a 46 dollari per tonnellata, e hanno proposto tariffe fino al 150 percento su vari prodotti legati alla navigazione importati dalla Cina. Pechino si è vendicata imponendo una tariffa simile di 56 dollari per tonnellata alle navi statunitensi.

E ora, dopo le dure critiche di Bessent alle tattiche della Cina – ha persino definito un rappresentante commerciale “un po’ sbilanciato” – Pechino sta rispondendo, accusando Washington di alimentare il panico del mercato e la confusione degli americani.

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